Robbie porta a casa uno strano oggetto
Era una mattina di Luglio quando Robbie entra in casa mia tutto eccitato con la faccia tipica di quando vuol tirare un colpo mancino: Robbie era il figlio venticinquenne della famiglia che abitava vicino a noi nella residenza marittima in Cornovaglia e ci conoscevamo da quando eravamo adolescenti.
Robbie venne subito a cercarmi, incurante dei miei genitori e di mio fratello Lucas perché doveva farmi vedere qualcosa; io stavo leggendo una rivista in giardino perciò un’attività qualsiasi che esulasse da quello che stavo facendo, arrivava benvenuta.
Lo seguii nel giardino che confinava col nostro e da lì salii le scale in terracotta che portavano in camera sua; lui trafficò per qualche istante in uno scatolone preso da sotto il letto, poi estrasse qualcosa che non riconobbi subito: era rosa acceso con una protuberanza che fuoriusciva dal lato e la forma non era così facile da identificare.
-“Rob, ma che cos’è?”- gli chiesi ormai curiosa circa lo strano oggetto -“È un vibratore, il vibratore di mia sorella, per la precisione!”- -“Un vibratore?
Non ne avevo mai visto uno prima, non immaginavo fossero così!”- -“Beh, ce ne sono di vari modelli e tipi, mia sorella ha optato per questo tipo…comunque non era questo che volevo farti vedere ma…questo!”- Robbie mi fece vedere un completino intimo molto succinto e provocante, anch’esso della sorella ma io ero rimasta affascinata dal vibratore.
Quando il mio amico fu distratto, ne approfittai per prenderlo senza permesso e sgattaiolare nuovamente in casa mia prima che potesse accorgersi di qualcosa.
Prime lezioni pratiche
Una volta in camera mia, guardai con attenzione quello strano oggetto che avevo in mano: era lungo una ventina di centimetri e largo cinque, su un lato aveva un specie di coniglietto di cui ignoravo la funzione: lo accesi e il cazzo incominciò a girare e a vibrare.
Presi un profilattico e incominciai ad infilarmelo dentro: era incredibilmente bello, non avevo mai provato una sensazione simile prima di quel momento.
In pratica usavo quel vibratore wifi come piaceva a me e sentivo come autonomamente si agitasse e vibrasse all’interno del mio corpo: volli mettermi eretta e impalarmi come di solito facevo con i miei amanti e così feci; sentivo in maniera nettamente migliore e iniziai a muovermi con maggior ritmo, regolando la vibrazione e aumentandola in modo che mi stimolasse perfettamente il punto G.
Sensazioni orgasmiche post incontro
Ero nel pieno di quella mia scopata senza controllo, la migliore di cui ricordassi nel giro di anni e in quel momento ero fermamente convinta che i vibratori telecomandati dovessero rimpiazzare gli uomini, tanto stavo godendo.
Ero talmente su di giri, così lanciata che non mi accorsi quando premetti senza accorgermene il pulsante per accendere il Rabbit e scoprii anche a cosa servisse: ero talmente impegnata a far scorrere quell’asta vibrante dentro di me e quel tocco delicato al clitoride mi fece perdere completamente il ritegno; me lo tenni fermo e continuai a muovere il resto del vibratore, poi esplosi in un orgasmo lento e lungo che mi fece turbinare la testa.
-“Ehi, vedo che hai imparato subito!”-: la voce di Robbie proveniva dall’ingresso della mia camera, lì dove si trovava tutto gongolante -“Robbie, io…non volevo, ecco…”- lui si mise a ridere e mi spiegò che era tornato da me proprio per chiedermi se sapessi dove fosse finito il vibratore ma, come poteva vedere, lo sapevo e potevo anche tenerlo: per fortuna Robbie era omosessuale e per nulla attratto da me, altrimenti mi sarei trovata in una situazione imbarazzante…o forse no?