Battezzare un sito richiede un’attenta riflessione. Ma che si fa quando il nome è conteso? Esiste una via per far fronte a questo genere di controversie.
Come saprai, la scelta del nome che identificherà il tuo sito è piuttosto delicata. Bisogna tenere conto delle parole più popolari in rete (che siano comunque inerenti alla tua attività), deve essere facilmente memorizzabile e perciò non troppo lungo, bisogna che contenga il nome della tua società (che spesso e anche il tuo) e descriva chiaramente la tua attività.
Accade, però, che talvolta un nome faccia gola anche ad altri imprenditori, magari a più di due alla volta. In quel caso come ci si comporta? Ė possibile contestare un dominio web, presso Giga.it lo sanno bene, tanto da mettere a disposizione dei link appositi per contattare l’authority più adatta (ce n’è una che si occupa degli indirizzi che terminano in .it – segnatamente Registro.it – e una per quelli che finiscono con .com, .net e .org).
Una formula per evitare i litigi
Quando c’è una disputa di questo tipo in atto, non sta all’autorità competente dirimere la questione. Essa però offre uno strumento idoneo alla situazione, la cosiddetta “procedura di opposizione”. L’effetto immediato di quest’ultima è anzitutto quello di sospendere l’assegnazione di un nome, che magari è già attivo. Colei o colui che vi ricorre acquisisce automaticamente una sorta di diritto di precedenza per la successiva riassegnazione, che avviene, come vedremo, abbastanza rapidamente.
Come si procede
Se vuoi farti ascoltare, per esempio, da Registro.it per una questione legata al diritto di sfruttamento di un nome, devi scrivere una richiesta con le tue generalità, l’indirizzo sul quale vuoi rivalerti e le motivazioni che ti inducono a farlo, che naturalmente devono risultare convincenti.
Si tratta di compilare un modulo, che varia se ti presenti come persona fisica o come persona giuridica (quando sei il portavoce di un’azienda). Se non è già in corso un processo di riassegnazione e se non ci sono di mezzo gradi di giudizio o arbitrati, devi rinnovare la tua richiesta previa raccomandata ogni 180 giorni; e vale la medesima distinzione di cui sopra (precisazione che da qui in poi sottintenderemo). Tuttavia tale rinnovo può essere inoltrato soltanto due volte.
C’è un’alternativa
L’abbiamo già indirettamente nominata. A prescindere dal diritto di prelazione menzionato all’inizio, opporsi non garantisce l’ottenimento del nome che ti piace, ma è comunque un’azione necessaria, che permette di muovere, all’occorrenza, un passo successivo. Infatti, se va male puoi appellarti a un arbitrato irrituale.
In cosa consiste l’arbitrato
Per contestare un dominio web ci si può dunque affidare in seconda battuta a un collegio formato da arbitri (purché si sia firmata preventivamente la clausola arbitrale). Parliamo di esperti di Internet, particolarmente addentro alle faccende che riguardano le assegnazioni di dominio. Costituiscono una soluzione non così lontana dal ricorso alla magistratura vera e propria, ma meno impegnativa da un punto di vista giuridico.
L’iter della riassegnazione
La procedura di riassegnazione può essere condotta anche da studi di professionisti. Sono i PSRD, ovvero i Prestatori di Servizio di Risoluzione delle Dispute. Hanno l’incarico, attraverso una serie di verifiche, di accertarsi che un dominio non sia stato acquisito in maniera irregolare.
Rispetto alle strade proposte prima (che sono ugualmente percorribili, ma non contemporaneamente), solo il ricorrente – cioè la persona o l’azienda che solleva il problema – può vincere; oppure resta tutto com’è.
Un mese di tempo
Dal momento in cui un website rimane inattivo (con la dicitura “to be reassigned”), ci saranno 30 giorni di tempo per la riassegnazione a un nuovo registrante.
Quest’ultimo riceverà dal Registrar il contact ID da inserire per (ri)appropriarsi del dominio. Ma se lascia scadere i termini, il nome tornerà sul mercato, a disposizione del migliore offerente (o meglio, del più veloce). Tra l’altro, ci si può anche rinunciare chiedendo ufficialmente la cancellazione. Un pensiero in meno per chi non ama i contenziosi!
Ancora sui PSRD
Non si diventa Prestatori di Servizio di Risoluzione alla Dispute se non si è moralmente irreprensibili, trasparenti ed equi. Per le controversie extragiudiziali è importante possedere determinate credenziali, prestabilite da regolamenti ad hoc fissati dal registro. A questo, che alla fine prende la sua decisione, un Comitato di Indirizzo che esamina i candidati comunica il proprio parere.
Hai verificato che il nome da te scelto non sia già stato utilizzato?